Obey è una marca di abbigliamento che in questi ultimi mesi ha conquistato moltissimi giovani.
La domanda che si pone è: come mai questa marca ha creato un interesse così forte?
Perchè dietro c’è una ricerca specifica che trasmette in modo implicito un sentimento. Questa ricerca è sviluppata dal noto artista di street art che porta appunto il nome di Frank Shepard Fairey in arte Obey.
Difatti quando un brand ci conquista un fattore molto importante è il contenuto pregresso, la storia e l’emozione che si cela dietro al prodotto.
Il “baffo” della Moretti è entrato dentro le nostre memorie e sapete perché? Perché il baffo della Moretti è un personaggio realmente esistito: il fondatore della birra un giorno vide in una locanda un signore coi baffi che beveva un bel boccale di birra, lo disegnò in un foglio e creò il BAFFO Moretti.
Razionalmente le persone non sanno la storia che vi è dietro ma empaticamente lo percerpiscono.
Questo esempio potrei riproporvelo con le canzoni: quando un autore canta un testo che ha vissuto alle persone arriva una emozione amplificata che è palpabile.
Il sentimento è quindi un fattore di marketing unico e strutturato perché prevede una ricerca, un caso, una fatalità che ha fatto scaturire una comunicazione.
Tornando quindi a Obey, per quanto le sue proposte di abbigliamento possano essere interessanti, dietro vi è una ricerca che ha influenzato la comunicazione, il font utilizzato per Obey, il nome del brand e così via.
Guardate infatti quanto trasudano cultura, politica, schieramento e pensiero queste locandine di Obey.
Attraverso questo tipo di comunicazione pubblicitaria non si lancia una marca ma un modo di essere, un senso di appartenenza, un movimento attivo e pensante.